Intorno al feto spuntano strane macchie nere ma lei decide di continuare la gravidanza rischiando tutto
Intorno al feto spuntano strane macchie nere ma lei decide di continuare la gravidanza rischiando tutto
Mickayla Jordan-Smyth, di 30 anni, e suo marito Craig, 27 anni, erano ad una semplice visita di routine dal ginecologo quando, durante l’ecografia, tutt’attorno al bambino, il medico nota delle strane macchie nere. Lo schermo mostrava “buchi neri dappertutto” e i genitori non credono ai loro occhi.
L’ecografia con le macchie vicino al feto. Foto: PA Real Life
Cosa sono queste macchie nere?
“Non riuscivo nemmeno a vedere bene il feto e l’ecografista ha detto che avrebbe potuto trattarsi di una cosa chiamata gravidanza molare“, ha dichiarato la donna. Viene subito lanciato l’allarme: ci sono, infatti, alte probabilità che le macchie attorno al feto, di sole 12 settimane, possano mettere in pericolo sia madre che figlio.
Mickayla e Craig si trovano davanti ad un bivio: “Avevo il cuore spezzato. Anche se aveva solo 12 settimane di gravidanza, questo bambino era amato. Avevo sentito il piccolo battito del cuore sullo schermo, visto i suoi piedini e già significava così tanto. Ho singhiozzato istericamente quando sono tornata a casa, ma ero fermamente convinta che avrei avuto il mio bambino ed avrei fatto tutto il possibile, anche se significava che io sarei stata male“.
La difficile decisione
“È stato molto difficile, le infermiere continuavano a dirci quanto fosse pericoloso ed online c’era scritto ovunque ‘alto rischio’, perché il bambino aveva uno spazio limitato per crescere, a causa di tutte quelle masse“, racconta Mickayla.
Con grande coraggio i due decidono di proseguire con la gravidanza, ma la sua più grande preoccupazione non è perdere la vita, bensì che potesse lasciare solo il marito: “Il povero Craig era pietrificato dal fatto che avesse potuto perdere entrambi“. Mickayla è già madre di altri due bambini: Lenny, 6 anni, e Lewie, di 13.
Strettamente monitorati, Mickayla e Craig scoprono di aspettare una bambina e, settimana dopo settimana, osservano la crescita delle masse nere proprio lì, accanto alla loro piccola. “Cresceva e cresceva. Perfino i dottori erano stupiti che la bambina non fosse già morta a causa della velocità con cui stava diventando grande” – ricorda la neomamma – “Alla scansione della 26esima settimana non riuscivo nemmeno a vedere più mia figlia. Tutto ciò che era visibile erano macchie nere. Continuavo a pensare che quell’orribile cosa l’avrebbe soffocata e che lei non sarebbe riuscita a sopravvivere“.
Il parto e la rivelazione
Il 27 giugno, Mickayla ha un distacco della placenta e deve correre in ospedale: è una situazione davvero pericolosa, perché la placenta inizia a staccarsi dall’utero con il bambino ancora dentro, cosa che normalmente succede dopo il parto.
Viene fatto un cesareo d’urgenza e, al suo risveglio, la madre sente che qualcosa è andato storto: “So che la mia bambina è morta!“, avrebbe affermato appena ha riaperto gli occhi. Ma si trattava solo di una brutta sensazione, perché la piccola, poi chiamata Raine, stava benissimo.
Raine a 22 settimane. Foto: PA Real Life
Questa non è la sola bella notizia: tutto questo incubo appena finito in realtà non è stato nient’altro che un errore. Non si trattava di una gravidanza molare parziale, ma di una condizione benigna chiamata displasia mesenchimale placentare (PMD), una rara anormalità placentare, con cui è possibile fare confusione.